Ezio Mauro, director de "La Repubblica", entrevista a
l'exprimer ministre italià i dirigent dels Democràtics d'Esquerra, Massimo D’Alema, després dels atemptats de Londres. Això és el que diu el dirigent excomunista italià.
“L’Europa è stata colpita al cuore, e nel momento della massima sorveglianza: significa non il riemergere di una rete sommersa, significa coscienza e dimostrazione della propria forza, significa un nemico dell’umanità col quale avremo a che fare per un periodo non breve, ed è un nemico tanto più pericoloso perché considera nemici le persone, gli uomini del mondo occidentale; abbiamo la colpa di averlo sottovalutato, di avere lasciato che conquistasse consenso significativo: l’occidente per un periodo l’ha persino vezzeggiato, l’ha considerato un alleato utile contro il comunismo, mentre la sinistra l’ha confuso con l’espressione di una disperazione, con la rivolta dei poveri, non è così”.
Che cos’è questo nemico che ci colpisce mentre accompagnamo i bambini a scuola, mentre andiamo a lavorare?
“E’ l’odio verso i nostri valori, è l’odio verso la democrazia, è una forza reazionaria, antimoderna, e la sinistra non deve credere che sia il nemico soltanto dell’occidente di Bush, è il nemico del nostro occidente, e anche in ciò che ci divide dalla destra è un nostro nemico: ricordiamoci, si ricordi il popolo della pace, che Bush è il leader di un grande paese democratico, e che dall’altra parte ci sono i terroristi”.
I
l'alcalde d'esquerres de Roma i eurodiputat Francesco Rutelli diu que, tot i no estar d'acord amb la guerra de l'Iraq, no faran com Zapatero i deixaran els iraquians a mans dels terroristes:
La “guerra irachena è stata un colossale errore strategico e resterà una trappola mortale se la transizione non sarà internazionalizzata”, “il centrosinistra chiede il rientro graduale della missione italiana a Nassiriyah ma deve farlo con una mozione motivata nella quale sia delineato un piano di sostegno concreto degli europei al legittimo governo di Baghdad”, “le posizioni di oggi dell’opposizione siano le stesse che un centrosinistra di governo si impegnerebbe a realizzare, e dunque una via realistica, non quella di Zapatero, non l’abbandono puro e semplice dell’Iraq alle cure di al Zarqawi”.